Per un Grande Maestro… Un Grande Palazzo! Bene. Lasciando da parte queste freddure di basso lignaggio, descrivere questa meraviglia architettonica è un vero rompicapo.
All’inizio, sfogliando la guida, lo avevamo un po’ snobbato; l’assenza di degne fotografie e una descrizione un tantino buttata là ci avevano fatto pensare ad un palazzo tra il moderno ed il turistico, che forse in una prima visita della città si poteva tralasciare in favore di cose più importanti.
Poi, giunto in città, svolti sotto l’arco a quattro campate che termina la parte alta della meravigliosa Via dei Cavalieri e… SBAM! È lì, gigantesco, con un ingresso che ti inchioda lo sguardo e la mente per buoni due minuti, nei quali fai fatica a comprenderne la mole e il raffinato intarsio delle pietre delle altissime pareti e torri che lo compongono. Sono le pietre di Lindos che, colpite dalla luce del tramonto, assumono una tonalità giallo-ocra-arancio che è pura bellezza per lo sguardo. E quindi vieni risucchiato al suo interno, come sull’orizzonte degli eventi di un enorme buco nero massivo.
All’interno, la sapienza e la cura delle architetture rasenta l’impossibile. In alcuni corridoi sembra di percorrere gli interni della Grande Piramide di Giza. Negli arredamenti l’Italia gioca un ruolo di primo piano. Tantissimi i mobili della migliore tradizione toscana; per non parlare dei lampadari in vetro di Murano e di tanta oggettistica di raffinata arte italiana. Il perché è tutto scritto nella sua sfaccettata storia, che invito a cercare in rete e leggere.
Potrei dilungarmi e scrivere un trattato sul palazzo, ma bando alle ciance, vi lascio ad un racconto fotografico nel quale mi sono dovuto imporre assidue limitazioni, pena il rischio di diventare un catalogo fotografico di ogni ammennicolo, pietra, scala, pertugio…












































