Che poi uno pensa: Rodi infondo è una piccola città-porto di mare… infondo dai che ci vuole a visitarla, basta una giornata… E poi ti accorgi che una giornata non solo non basta, ma ce ne vogliono più di una. Non starò a dilungarmi sulla sua storia di guerre e conquiste, in rete si trova materiale esaustivo e abbondante. Parlo di come ti sorprende e ti affascina, di sublimi commistioni di raffinate architetture che la compongono e che la adornano, la rendono viva e colorata, maestosa e delicata.
Rodi è stata una sorpresa inaspettata; profuma un po’ di mediterraneo e di Grecia Antica, un po’ di Turchia, un po’ anche di Italia, visto che qui gli italiani sono stati parte integrante della sua storia. Una città che giri con la testa che guarda in alto, perché è lì che le architetture e le forme giocano i loro intrighi e si ammantano di colori, soprattuto in luce radente di tardo pomeriggio. Dal mitologico Porto di Mandraki, al cuore di pietra ocra pieno di locali e negozietti; dalle cupole, alle torri, fino ai minareti e ai giganteschi palazzi e monumenti, regala viste complesse, colori tenui e accesi e una grande vitalità. Il turismo svolge il ruolo di protagonista; è giocoforza l’economia trainante dell’Isola. Mi piacerebbe osservarla sonnecchiante all’alba, in luce tenue e silenziosa. Forse in un futuro ritorno…
Questa è Rodi per come la ho vista. Avrei voluto scattare centomila foto e ho sempre avuto paura di non restituire in ogni scatto tutta la bellezza di quello che stavo osservando.






























































