Durante la progettazione dell’itinerario di viaggio, l’occhio indugiava sulla mappa topografica di Rodi alla ricerca di posizioni, di affacci, di paesaggi che lasciano il segno.
Poi leggi Monolithos, lì, in una zona un po’ remota dell’Isola, costa nord-ovest sferzata dal Meltemi. Il toponimo ha già un’attrazione gravitazionale irresistibile, non ti molla. Poi scopri che c’è un castello diroccato a 300m di altezza su un Egeo sconfinato, color blu cobalto e allora ti immagini già per la strada, tra curve volanti e pietre e vento; e profumo intenso di salsedine e resina.
A Monolithos ci si arriva così, veleggiando quasi a vista su un asfalto selvaggio da On The Road di Kerouac. Qualche cerbiatto saltella nel terreno adiacente la strada. L’omonimo villaggio ti sfila accanto improvvisamente, incastrato in un panorama impossibile; poi la strada si impenna sul costone e il castello appare di colpo, incorniciato nel mare in posizione perfetta, tra pini e calcare antico, inquadrato dentro un Egeo immenso, che sbuffa sotto le raffiche di vento teso. Che meraviglia.
Si sale facile sull’altura e all’interno delle rovine è nascosto una perla bianca; una tipica chiesetta protestante greca, con bandiera sventolante e campana annessa a cui puoi dare un rintocco sventolando la corda. Sembra un confetto nel cielo, sola nel vento e nella storia delle conquiste e delle battaglie del luogo. Esprime un po’ di pace e un po’ di malinconia, mentre il vento passa tra gli aghi dei pini e rumoreggia come il fantasma del castello.
Torniamo giù, su una strada che diventa aeronautica; virate strette sghembe sul mare che prende tutta la tavolozza del blu. Poi, sulla linea di costa verso Prassonissi, la via si fa rettilinea a perdita d’occhio, sfiora il mare tra dune di sabbia e alberi preistorici color bianco-cenere, come mani tese verso un Dodecaneso senza fine. In un abbaglio di spazio-tempo mi ricorda alcuni passaggi in Nuova Zelanda, sulla costa tra Dunedin e Oamaru, quando la strada tocca la costa in un caleidoscopio di colori.
E allora avanti, nel vento di Prassonissi, in una Rodi che affascina e sorprende ad ogni chilometro.




























