Colle della Pacina, ore 12.46. Gli stratocumuli delle prime ore del mattino si sono addensati in strati e nembostrati e adesso celano, con un grigio manto, le vette sommitali della catena dei Monti della Laga. I pendii erbosi rimandano luci dorate, segno dell’incedere dell’autunno. Alle mie spalle l’immenso anfiteatro della Sella della Solagna. Mi lascio per un attimo catturare, come ho fatto tante volte in passato, dalla solennita di questi toponimi, mentre i venti incedono verso le cime, con il loro respiro uniforme. La differenza di vedute rispetto a questa estate è enorme: ho percorso questi sentieri ad agosto, in solitaria, durante l’allenamento per l’Alta Via, e mi sono apparse lande deserte, angoli e passaggi introspettivi; adesso intorno a me ci sono un centinaio di persone, che riempiono di allegria l’umidità dell’aria. I partecipanti di questa riunione inter-sezionale del CAI sono 450 e al mattino li abbiamo suddivisi faticosamente in sei gruppi, impegnati su tre diversi tracciati. Mentre noi sfidiamo il vento e qualche fugace goccia di pioggia, giù in basso, a Preta, il reparto cucine è impegnato solennemente. Adesso, alle 14.00, mentre i gitanti riempiono festosamente lo spazio antistante la vecchia scuola, i grandi mestoli e gli enormi paioli di alluminio sferragliano veloci, comandati da mani sapienti ed esperte. Ci sanno fare i ragazzi della Sezione, ci mettono dentro tutta una passione montanara quasi sovranaturale. Mentre la festa è al culmine, mi aggiro con la reflex al collo, cercando di cogliere tutta questa allegria. Vengono via molti bei momenti e allora dico grazie a tutti voi della Sezione, grazie dei sorrisi, degli sguardi e delle parole, e della preziosa generosità, che bisogna andarsela a cercare bene, perché è cosa rara.

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